"è giunta l'ora di Babbo Natale" di Michele Botton

È giunta l’ora di Babbo Natale

Il panzone barbuto sorrideva beato mentre volava trainato dalle fidate renne. Si fermava in ogni abitazione che avesse bambini e lasciava loro i tanto agognati doni, l’anziano canuto si crogiolava soddisfatto al pensiero delle facce felici che avrebbero fatto scartando i regali. Guardò di sfuggita il foglio magico con su scritte le innumerevoli consegne della nottata e sorrise: finalmente un comodo ampio camino. Si sentiva meno vecchio quando poteva apparire ai piedi di un caminetto vecchio stile come voleva la tradizione. Parcheggiò la slitta sul tetto, cosa, che a dirla tutta non dev’essere per niente facile, ma si può facilmente immaginare che quel signore lì avesse una certa esperienza a riguardo. Nella casa in questione viveva un bambino dal quale doveva farsi perdonare: l’anno precedente, scambiandolo con un altro suo omonimo che si era comportato assai male, gli aveva portato carbone anziché i giochi che si meritava. Talvolta, purtroppo, anche la magia sbaglia, tuttavia avrebbe rimediato: quel Natale doppia dose di doni!
Con uno sbuffo scomparve assieme al sacco rattoppato zeppo di regali e riapparve nello spazioso caminetto. Un brusco “clank” metallico attirò subito l’attenzione del vecchio vestito di rosso. Una tagliola, di quelle che si usano per catturare animali di grosse dimensioni, era scattata e fulminea gli si era chiusa su una gamba. Il male arrivò ben prima del sangue, un dolore di quelli lancinanti che sapeva di incredulità ma anche di ossa rotte e carni martoriate.