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| Il suono meccanico della chiave che sbloccava la serratura risuonò come un dolce preludio ad una agognata nottata di sonno. Milla varcò l’uscio della camera d’albergo e si richiuse la porta alle spalle, sbuffando esausta. La sfilata serale era stata solo la punta d’iceberg di una giornata trascorsa freneticamente nel tutt’altro che confortevole mondo della moda. Senza nemmeno passare per la doccia si scalzò le tacco dodici e fece scivolare a terra il tubino, lasciandosi cadere sul letto con un tonfo ovattato. Presto le palpebre pesanti si abbassarono dolcemente, senza che Milla si accorgesse di stare attraversando l’impercettibile confine tra la veglia e il sonno. Durante la notte un’atroce fitta allo stomaco la destò di soprassalto. Il dolore improvviso era talmente insopportabile che istintivamente si sollevò a sedere rannicchiandosi sulle ginocchia, stringendo i denti e contraendo gli addominali. La fame le strizzava le interiora, un disgustoso gorgoglio riecheggiava nel suo ventre.
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