Alexyia |
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| Correva, Emily, nel buio della notte in preda al panico più sordo. Inseguita da coltri nubi nere, respirava a fatica, voleva sfuggirle, trovare un riparo ma in quella strada isolata sembrava non trovare un'uscita. Tutto intorno a lei le impediva il cammino, persino l'aria si era fatta pesante e più proseguiva, più si accorgeva che quelle nubi altro non erano che ombre mostruose simili a spettri. Queste le incombevano sempre più vicino, quasi a seguirla tanto da sentirsi oppressa, come braccata. Ma dov'era finita? Il cuore cominciò a batterle sempre più forte, l'angoscia e la disperazione prendevano il sopravvento, Emily non vedeva niente, a malapena le sue gambe compiere quei pochi passi. C'era una fitta nebbia davanti e a tratti apparivano all'improvviso dei vitrei occhi neri e sagome di teste mozzate, da lontano giungevano strepitanti grida e acuti urli immersi nell'eco di un'aria gelida e torbida. Dovette fermarsi. Era stanca, sonnolente ed esausta. Scorse un gradino sul quale si sedette; poco dopo accasciata al muro prese sonno. Passarono ore al suo risveglio che fu destato dall'ennesimo urlo
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