Johannes de Silentio |
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| Da molti anni giravano voci su quella casa abbandonata, quella vecchia e rattrappita che tutti chiamavano «La Rugosa». Voci di ogni tipo che la vedevano, in base alle varianti, residenza per barboni, ritrovo per tossicodipendenti e libidinosi votati alle orge e, infine, dimora di fantasmi.
Aster non si era mai presa la briga di scoprire se qualcuna di quelle chiacchiere rispondesse a verità; sapeva solo che le seccava passare davanti a quella casa ogni santo giorno, percorrendo la stradina fino alla via principale dove l’attendeva l’autobus per la scuola.
L’edera era cresciuta talmente fitta, abbarbicata contro le pareti della Rugosa, da nasconderne completamente le finestre e questo, pensò Aster, si sposava tanto con l’idea che qualcuno vi organizzasse festini da depravati, quanto con l’ipotesi che la casa venisse occupata dai barboni… Se non fosse per un dettaglio: come facevano a entrare? L’unica porta d’accesso era chiusa con lucchetti e catenacci [...].
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