farrelfang |
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| Al mio risveglio, un tramonto dorato segnava il confine onirico tra il cielo e il mare. Il profumo inebriante e salmastro dell’oceano mi riportò ai ricordi lontani dell’infanzia ormai perduta; un’innocenza dimenticata. Fui colto da un profondo senso di pace e ascoltai il rifrangersi delle onde sull’arenile in quella spiaggia ormai deserta. E mi lasciai cullare dal silenzio avvolgente, come se fossi l’unico essere umano presente sull’isola. Ma non era così: sulla riva mi accorsi di lei. Creatura magnifica e di una bellezza disarmante. Mi dava le spalle, quindi non riuscii a vederla in volto, ma le sue curve sinuose ed eleganti catturarono immediatamente la mia attenzione. E dopo pochi istanti non esisteva altro che lei: gambe lunghe e sottili, il fondoschiena dalle rotondità invitanti, la schiena leggermente arcuata e capelli neri che scendevano oltre le spalle, su cui si riflettevano gli ultimi raggi del sole morente. Che grazia, che soave bellezza! Sembrava apparsa dal nulla.
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